IN VETRINA

DOMINIQUE ROBIN

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Galleria BART

L’IF-CSL et la BART Gallery présentent Dominique Robin, un artiste français fasciné par la relation entre l’éphémère et le permanent.

INSTALLAZIONE DA VEDERE NELLE VETRINE DELL’ISTITUTO DAL 6/09 AL 2/10 2022

Dominique Robin vive tra l’Italia (Roma) e la sua regione natale, il Poitou. Le sue mostre (in Europa, Africa e Stati Uniti) testimoniano la sensibilità e l’attualità del lavoro di questo artista, che attraversa le tecnologie dell’immagine, dalla fotografia e dal disegno all’installazione e al video. La mostra alla BART Gallery è la sua prima personale a Roma. La galleria BART aprirà a settembre a Roma. Situato in via San Francesco a Ripa 105 a Trastevere, si estende su oltre 300 metri quadrati e mira a diventare un luogo chiave per l’arte contemporanea su questa sponda del Tevere. Sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini.


Civaux, serie Mox Mammut

Questa fotografia è stata scattata come parte di una serie sull’energia nucleare che comprende sculture, disegni, fotografie e testi. Le centrali nucleari mi interessano in diversi modi. Con la loro base leggermente svasata e la sommità che si apre delicatamente, rimandano al gesto del vasaio che modella la terra e la apre verso il cielo. Enigmatiche per il loro essere gemelle e per il colore bianco, non sono dissimili dai segni eterni lasciati dall’uomo in epoche precedenti, come i megaliti o le piramidi. L’acqua, la terra, l’aria, il fuoco, il cielo, gli inferi… alcuni degli elementi più importanti della nostra cosmologia sono convocati da questo segno straordinario che è la ciminiera del reattore nucleare. Tendo a considerare questa congiunzione come il sintomo di un’inaudita potenzialità che può trasformare in modo durevole la nostra realtà, al di là dell’immaginabile.

 

 

 

«Ritorno impossibile dell’azzurro», page 58

In dialogo con questa fotografia ho posizionato una grande stampa della serie tratta dal libro «»Ritorno impossibile dell’azzurro» (da consultare in mediateca). Il libro (italiano e francese) descrive 50 momenti immaginari con 50 piccoli testi e disegni. Questi momenti sono una forma di fantascienza, un intimo sogno ad occhi aperti a volte inquietante a volte sorridente ma mai lontano dalle mie interrogativi sul posto del vivente nella mia immaginazione. Come segno che si rivolge con forza all’immaginario collettivo, la centrale nucleare è presente in «Ritorno impossibile dell’azzurro».