Nella Villa Bonaparte

Ma tragique ambassade

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presentazione del libro di Wladimir d'Ormesson

Proprio perché aveva bisogno di un uomo di totale lealtà, fervente cattolico e sottile e coraggioso conoscitore delle relazioni internazionali, nel maggio del 1940 il presidente del Consiglio Paul Reynaud chiamò d’urgenza Wladimir d’Ormesson (1888-1973), prestigioso editorialista di Le Figaro, a rappresentare la Francia presso il Papa.

Gli eserciti erano già in piena rotta, una parte del governo chiedeva l’armistizio e si prevedeva che l’Italia sarebbe entrata in guerra da un giorno all’altro per aiutare i tedeschi a vincere. La Santa Sede, che all’epoca rappresentava ancora una notevole forza morale, sarebbe riuscita a frenare il braccio di Mussolini? Appena arrivato a Roma, il diplomatico lavorò instancabilmente con i cardinali della Curia e con Pio XII, ma ben presto si rese conto che la maggior parte dei monsignori, pur preoccupati per la Francia, non aveva alcun desiderio di turbare l’Italia prendendo pubblicamente posizione a suo favore. Peggio ancora, il 12 giugno, all’indomani dell’entrata in guerra dell’Italia, l’ambasciata presso la Santa Sede dovette chiudere e rifugiarsi, insieme a poche altre delegazioni alleate, nella stessa Città del Vaticano, dove visse in isolamento e disagio. L’epilogo di questa vera e propria tragedia greca arrivò in autunno, l’8 ottobre, quando d’Ormesson fu licenziato da Vichy a favore di un amico di Pierre Laval, Léon Bérard, che si dimostrò molto più compiacente di lui. Scritto clandestinamente nel 1942, questo resoconto altamente letterario è ricco di nuove informazioni e affascinanti riflessioni su Pio XII che non erano state pubblicate per oltre ottant’anni. È fondamentale per comprendere meglio la tragedia del 1940, l’anno di tutte le catastrofi.

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Evento su invito: se lei è interessato, scriva a scac@ifcsl.com.